Salve visitatore, volevo condividere questo post che ho trovato su Facebook riguardo uno studio fatto sul come le api sembrano decidere di sciamare. Anche se la cosa ancora non è ben chiara e definita, lo trovo interessante anche da un punto di vista pratico.
Gli effetti del movimento della regina e della densità di operaie sulla costruzione di cupolini e celle di sciamatura in rapporto alle dimensioni dell’alveare articolo di Gianni Savorelli ditta Savorelli prodotti per apicoltura In una serie di esperimenti scientifici condotti in periodo di non sciamatura è stato tentato di dare risposte alle seguenti domande : * La costruzione di celle è inibita da feromoni volatili della regina oltre che dal QRP ? * La restrizione di movimento della regina contribuisce a diminuire l’inibizione? * Le celle sono costruite sui bordi o su qualsiasi altra superficie su cui la regina non ha preventivamente accesso? * Il sovraffollamento di nutrici sui favi può limitare il movimento della regina su favi e ridurre di conseguenza la distribuzione su di essi di feromoni inibitori? * i fuchi hanno un ruolo nella sciamatura? Come detto ,la costruzione di celle reali è normalmente inibita dal feromone della regina e dai feromoni della covata . Nel periodo primaverile ,durante lo sviluppo della popolazione , possono avvenire , a causa del grande affollamento dell’alveare, restrizioni di movimento della regina . Nella pratica, il suo “confinamento “ ad esempio a mezzo diaframma , induce la costruzione di cupolini e celle in ogni favo della parte in cui la regina non è presente. L’esposizione alle api "orfane " di nuove superfici sui favi preventivamente coperti induce la costruzione di cupolini nelle stesse. Non sembrano essere presenti feromoni volatili della regina in grado di esercitare effetti di inibizione alla costruzione di celle di sciamatura se non il nuovissimo ocimene, non ancora studiato relativamente a questa funzione. La costruzione di celle reali è stata artificialmente indotta durante periodo di sciamatura mediante eccesso di affollamento. E’ stato possibile dimostrare una relazione tra la quantità di celle costruite e la densità di popolazione. Molte osservazioni sembrano evidenziare che in un alveare ad alta densità di popolazione la regina è spesso assente dai bordi dei favi dove cupolini e celle di sciamatura vengono costruiti. L’applicazione di feromone naturale e feromone mandibolare sintetico sui bordi dei favi di famiglie sovrappopolate ha inibito la costruzione di cupolini di sciamatura. Anche la spruzzatura periodica di feromone mandibolare ( Winston ) ha inibito la sciamatura in famiglie mantenute in condizioni di sovraffollamento altissimo. In linea di massima e con le dovute eccezioni per quelle famiglie dotate di sistemi feromonali poco efficienti( più dal punto di vista dell’apicoltore che delle api), la sciamatura avviene come dettagliata analisi delle condizioni dell’alveare e si manifesta come carenza di feromone in carenza di spazio. Perché possa avere il massimo delle probabilità di successo ( sia lo sciame che la famiglia madre sopravvivono e prosperano ) è necessario che rispetto allo spazio disponibile nell’alveare razionale ( che è il metro di misura delle api ) la popolazione sia al massimo ottenibile ( con gran parte di api giovani ) e allo stesso modo le scorte di miele e polline disponibili siano massime ( ottenute queste condizioni veramente poche celle dei favi presenti saranno rimaste vuote sempre che la regina abbia una produzione feromonale almeno nella media ) .La verifica dell’ottenimento di queste condizioni è possibile ,relativamente alla popolazione residente, mediante i sistemi feromonali sopra descritti. L’odore caratteristico dell’età indica quando una gran quantità di api giovani è presente. La cronica assenza di feromoni della covata disopercolata indica che la regina non ha più spazio per deporre e perciò la popolazione non può aumentare in misura maggiore. Quando la popolazione dell’alveare e di conseguenza la densità delle api nello stesso , diviene così alta da non consentire la circolazione del feromone della regina, la costruzione delle celle comincia. E’ da dire che la mancanza prolungata di contatto delle api col feromone , provoca in loro cambiamenti profondi anche a livello cerebrale. Varie ricerche hanno dimostrato che le api in sciamatura hanno un quadro relativo ai neurotramettitori diverso da quello presente in periodi “normali”. Spesso questa decisione viene presa con molta fermezza. Altre volte è più sofferta,conflittuale e persino mutata a seconda della circolazione del feromone. E in effetti la possibilità di variazione della combinazione di questi tre sistemi regolatori è ampia e può derivare da fattori minimi. La sciamatura alla luce della scienza del 2000 Si deve considerare che una famiglia di api api è un insieme di sottofamiglie composte da api che hanno la stessa madre ( la regina ) e padri diversi ( ciascuno dei fuchi che hanno inseminato la regina ) . All’interno della famiglia vi sono dei conflitti latenti con altre api che tentano di deporre e che la regina controlla a mezzo dei suoi feromoni , sostanze chimiche naturali che costituiscono il collante dell’alveare, ma non costituiscono per la regina un elemento di superiorità. Contrariamente a quanto si sarebbe portati a credere la regina è solamente una macchina riproduttiva completamente gestita dalle operaie .Il livello di presenza del feromone della regina o per meglio dire la sua carenza va a determinare una cascata di eventi che culminano nella sciamatura. E’ noto ( Winston 2001 ) che il feromone della regina è fondamentale per la costruzione della cera e per la scelta del tipo di cera costruita . In sua scarsità le operaie costruiscono da fuco oppure allargano le celle da operaia presenti. Questo è molto interessante dal punto di vista dell’evoluzione della società delle api e fa sì che la famiglia nello sviluppo primaverile allevi operaie fino al raggiungimento di una particolare soglia di popolazione alla quale corrisponderà di conseguenza l’abbassarsi della disponibilità di feromone per ogni ape .In conseguenza di ciò comincerà la costruzione della cera da fuchi ( o l’allargamento della cera esistente) e il loro allevamento , che è il primo passo verso la riproduzione della famiglia ,in quanto sarà necessario fecondare la nuova regina. E’ da notare che la poliandria ( fecondazione da più maschi ) permette all’alveare di fecondare la nuova regina anche coi propri fuchi senza eccessivi peggioramenti delle linee genetiche ed è forse una delle ragioni del successo evolutivo delle api e della loro socialità. In effetti , dover dipendere da fuchi altrui per potersi riprodurre peggiorerebbe parecchio le probabilità di successo. Per converso è praticamente una regola che la famiglia non sciami senza avere prima allevato fuchi pronti per la fecondazione. Una famiglia di api può perciò trovarsi in tre tipi di livello di presenza di feromone della regina in circolazione nell’alveare e disponibile per ciascuna operaia: 1) alto livello - è il caso delle famiglie con regina giovanissima e/o quantità di popolazione piuttosto scarsa come all’inizio della primavera. Questa condizione non dura a lungo , sia perchè la regina tende a secernere meno feromone invecchiando anche di pochi mesi che in conseguenza dell’aumento di popolazione. 2) basso livello - sia in conseguenza di regina relativamente attempata o “scarsa” che di elevato sviluppo di popolazione raggiunto,comincia ben presto un declino della presenza feromonale . Comincia la costruzione delle celle da fuco e il loro allevamento . Le operaie tendono inoltre ad avere variazioni nel sistema endocrino e in quello cerebrale , tanto meno sono a contatto col QRP. La famiglia può rimanere per mesi in questa situazione, che l’apicoltore ha sempre considerato normale, ma che è in realtà per le api una situazione instabile, in cui una parte dell’alveare è decisamente poco produttivo. 3) livello critico - il livello di feromone per ciascuna ape, in certe parti dell’alveare, segnatamente la periferia, non è più sufficiente a mantenere una “ cieca fedeltà”. Le modificazioni ghiandolari sono nelle operaie sempre più marcate e le secrezioni mandibolari delle stesse risultano diverse da quelle prodotte a contatto della regina. Inizia la costruzione di celle reali, verosimilmente a cura di operaie da tempo in ristrettezza di feromone e come abbiamo visto in zone decisamente scoperte dall’ inibitore prodotto dalla regina. Come fase terminale della sciamatura che culminerà con la partenza dello sciame nuove regine vengono allevate in una sorta di secessione. Il livello 2 o basso livello di presenza feromonale è quello in cui si trova la quasi totalità delle famiglie con l’inoltrarsi della primavera e il suo raggiungimento può essere notato dalla costruzione di celle da fuco in famiglie i cui favi ne siano privi. E’ necessario sottolineare che se vi è presenza di celle da fuco dall’anno prima, la regina, che non decide mai che tipo di uova deporre, ma che si adatta a riempire quello che trova per i motivi sopra esposti, vi potrà deporre da fuco ben prima che la famiglia sia effettivamente nelle condizioni di allevare fuchi. Va da sè che una regina giovane che opera su favi vecchi renderà molto meno di quello che ci si aspetta. Oggi si sa che la resa di una regina è anche funzione della condizione in cui la si pone ad operare. La condizione di bassa presenza di feromone con allevamento di fuchi può essere definita pre-sciamatura e può durare diversi mesi. Ci si trova veramente sul filo del rasoio. La famiglia può persino iniziare la raccolta del miele , persino raccogliere un melario o due , poi improvvisamente smettere e costruire celle di sciamatura. In questa situazione diversi fattori diventano condizionanti della sciamatura o della non sciamatura. Fattori primari , nessuno indipendente dagli altri sono: - dimensione della famiglia ( il che significa che il feromone non basta per tutte ) - congestione del nido ( ovvero alta densità abitativa in conseguenza di alta presenza di operaie , di covata, di fuchi e di scorte sia di polline che di miele - il che significa che in alcune zone la presenza di feromone può ridursi quasi a zero) - distribuzione dell’età delle api - ridotta trasmissione del feromone della regina che inibisce l’allevamento reale. L’abbondanza di risorse influenza i fattori e può essere essa stessa un fattore primario per l’allevamento di regine . E’ dimostrato che nelle famiglie in sciamatura la circolazione del feromone è assai ridotta nel centro del nido e assente nella periferia a causa della congestione in cui la famiglia si trova e anche che la quantità di feromone prodotta dalla regina ( circa costante se non in diminuzione per il periodo di tempo che stiamo considerando ) è divenuta in aggiunta insufficiente per una popolazione cresciuta moltissimo .La congestione delle colonie è percepita come aumento di temperatura, alto livello di anidride carbonica al loro interno e come numero di celle vuote percepite ( o non percepite) dalle api e che significa massimo livello di sviluppo raggiunto. Nella pratica si conosce l’utilità di ridurre la congestione con l’aggiunta di melari,ma si sà anche ( Simpson ) che anche così dal 10 al 40 % delle famiglie potranno ugualmente sciamare. Anche se circola al meglio in conseguenza della minor congestione, il feromone naturale può non bastare per tutte le api presenti se la crescita di popolazione è notevole. Anche i fuchi hanno un ruolo. Molto difficilmente le famiglie sciamano senza aver prima allevato fuchi. Una volta che i fuchi sono nati contribuiscono parecchio con la loro mole alla costipazione e al riscaldamento dell’alveare e in ragione del loro appetito, al far scomparire molto del feromone che gira per l’alveare attraverso la trofallassi. Si ipotizza che la loro secrezione mandibolare possa essere catalizzatore di sciamatura. Maggiore è la presenza di fuchi , maggiore è la probabilità che la famiglia sciami . Un consistente ruolo è svolto anche dai feromoni della covata. Se dopo un cospicuo sviluppo della famiglia viene a mancare lo spazio per la covata disopercolata e relativi feromoni , viene incentivata la costruzione di celle reali. Allo stesso modo, se per evitare la sciamatura si alleggerisce la famiglia è necessario togliere covata opercolata. Se si toglie quella disopercolata si incentiva la sciamatura. Per le api che nascono nel periodo primaverile -estivo , la sciamatura è un processo che dura molto tempo e può impegnare gran parte della loro vita, se non tutta. Comincia con l’allevamento dei fuchi e prima che lo sciame decida la partenza vi saranno molte possibilità di cambiamenti di rotta prima di arrivare alla scelta definitiva della partenza che comporterà loro anche modificazione delle ghiandole e della muscolatura di volo per poter lasciare l’alveare. Tradizionalmente l’apicoltore la osservava ( cercando di evitarla ) nella sua fase conclusiva , ma per le api, essa è cominciata ben prima. Analisi delle variabili presenti -Regina - le regine hanno una produzione feromonale variabile( fino al doppio ) da soggetto a soggetto, geneticamente determinata e che diminuisce con l’età .E ‘ dunque evidente come particolari regine “ possano tenere” senza sciamare popolazioni più che doppie rispetto a quelle che sfuggono al controllo di regine scarsamente dotate di feromone. Operaie- presentano una variabilità di sensibilità ai feromoni geneticamente determinata. La cosa si complica se pensiamo che a causa della poliandria la regina viene fecondata da circa 16-18 fuchi e che la famiglia così come noi la vediamo è in realtà costituita da circa16-18 famiglie di sorellastre che hanno la madre in comune e padri diversi. Ogni famiglia di sorellastre presenterà una propria sensibilità ai feromoni geneticamente determinata. La sciamatura partirà dalla sottofamiglia meno sensibile. Covata- anche le larve sembrano mostrare differenze nella produzione di sostanze feromonali . Effetti derivanti dalle variabili /sostituzione di regine-Sarebbe in teoria possibile stabilire una determinata soglia ( media ) , costituendo un modello matematico che tenga conto delle altre variabili ( temperatura, risorse alimentari ) . La sostituzione può avvenire sopra o sotto la media a seconda di quanto feromone e prodotto dalle larve e da come questo viene percepito Sciamatura - la valutazione delle quantità di feromoni in circolazione nell’alveare è molto relativa per ogni sottofamiglia di api. In particolare ogni sottofamiglia di sorellastre costituente l’alveare può avere sensibilità diverse per ognuno dei particolari sistemi feromonali e dare di conseguenza risposte diverse. Dunque, considerando che la produzione di una regina è costante ( o tutt’al più in calo ) , api molto sensibili ai vari sistemi feromonali saranno convinte che è normale anche un livello oggettivamente basso delle sostanze che usano come test. Altre, meno sensibili considerano basso lo stesso livello e cercheranno di sciamare. Si è dunque in presenza di una notevole quantità di caratteristiche , determinate geneticamente, ma che possono anche non essere correlate direttamente. Cioè una regina può secernere molto feromone, ma avere una progenie di api poco sensibili al QRP . Il risultato potrebbe essere una tendenza alla sciamatura media. Se invece la progenie fosse molto sensibile il risultato sarebbe una tenuta della sciamatura ottima( trascurando nell’esempio la sensibilità agli altri sistemi feromonali ) .I caratteri delle operaie che nascono dalla regina sono determinati anche dai fuchi che hanno fecondato la stessa. La fecondazione della regina è perciò un aspetto non trascurabile. La matematica della sciamatura Il sofisticato meccanismo di riproduzione legato al feromone e alla sua distribuzione era già stato intuito da Seeley, che osservò come famiglie di poche api tenute in situazione di grande densità costruivano celle reali mentre famiglie molto più numerose ,ma molto più dotate di spazio e possibilità di movimento non ne costruivano assolutamente. Queste relazioni sono state studiate in termini matematici anche da WATMOUGH che ha dimostrato che il livello medio di feromone disponibile per ogni ape è inversamente proporzionale alla somma dell’area dei favi e al numero delle api . Si ricorderà che il feromone prodotto dalla regina si divide fra cera dei favi e operaie. Il calcolo matematico conduce il ricercatore a concludere che il raddoppio della popolazione ad inizio primavera porta ad una diminuzione del 20% nel livello medio di feromone per ape ( e questa diminuzione provoca l’inizio dell’allevamento dei fuchi ) . Il livello medio per ape diminuisce al crescere della distanza dalla regina ( o da eventuali erogatori di feromone artificiale) e questo spiega il perchè del particolare posizionamento della covata da fuco prima e delle celle reali di sciamatura poi :questa diminuzione risulta fortemente amplificata da una ridotta motilità delle api , la quale è veramente importantissima , per meglio dire fondamentale, per la distribuzione del feromone nella famiglia. Diminuendo la possibilità di movimento delle api si viene ad avere una diminuzione del livello di feromone per ogni singola operaia tanto più consistente quanto ci si allontana dalla regina. Al 20% di diminuzione che deriva dall’effetto di diluizione conseguente al raddoppio di popolazione , la diminuzione di movimento delle operaie causata dalla carenza di spazio porta ad una riduzione di 10 volte della quantità di feromone disponibile per operaia . Quando poi anche la regina non riesce più a muoversi agevolmente ,si arriva ad avere in alcune zone dell’alveare ( che ben conosciamo visto che è là che troviamo le celle di sciamatura) una quantità minima o nulla di feromone. E ciò conduce all’allevamento delle celle reali. Con ciò si può ripetere che chi vuole controllare la sciamatura deve dare spazio largamente in eccesso alle api lasciando in second’ordine la possibilità di eventuali raffreddamenti . Purtroppo le due esigenze non sono fra di loro conciliabili .Ovviamente , lo spazio è importantissimo anche nel caso di utilizzo di feromone sintetico. A corollario si può dire che il ricercatore ha mostrato anche come la quantità di feromone per centimetro quadrato di cera sia del tutto comparabile con la quantità presente sulle operaie. Tuttavia le api rimuovono molto poco il feromone dalla cera ,almeno rispetto a quello rimosso sulle operaie. Ciò significa che il normale livello di feromone nella cera non risulta un segnale rappresentativo per le operaie. Fa eccezione la scia di feromone che rimane sulla cera al passaggio della regina ,che risulta del tutto analoga alla quantità rinvenibile sulle operaie. Un altro aspetto interessante è che in condizioni di grande affollamento il feromone viene rimosso dal corpo della regina ( ovvero da supporti di feromone artificale ) il maniera molto più lenta di quanto non avvenga in condizioni di disponibilità di spazio. Insomma,tutto quanto fa capire quanto sia importante il fattore densità delle api per il controllo della sciamatura . Da quando manifesta la presenza di fuchi una famiglia può entrare ogni giorni nell’ottica di costruzione di celle reali per sciamatura. Come le api decidano di mettersi a costruire le celle e vadano fino in fondo a questa decisione lanciandosi in una pericolosa avventura è un avvincente mistero che il Prof Seeley svela in parte con consistenti ripercussioni pratiche . Viene riportato che le scelte di una famiglia di api sono spesso se non sempre il risultato di un conflitto di azioni di molti dei sui membri. La riproduzione è forse l’esempio per antonomasia con amichevole competizione per ciò che riguarda l’allevamento delle regine relativamente alla sciamatura. Allevare o non allevare nuove regine ? Questo l’interrogativo che coglie le api nel corso dello sviluppo primaverile. Ma come ? Se si va a ragionare a livello di singole api all’interno della colonia, si dovrà osservare prima di tutto che la regina secerne una discreta quantità di sostanza feromonale tipica .E’ la disponibilità alle operaie della sostanza feromonale della regina che mantiene nelle stesse l’inibizione all’allevamento reale. Quello che non è chiaro è come avviene esattamente la decisione della famiglia nel suo complesso ,relativamente alla sciamatura, a partire dal comportamento delle singole api. Si può pensare che in una famiglia di api vi sia un bilanciamento numerico tra nutrici feromonalmente inibite dalla regina e nutrici che perdono l’inibizione in conseguenza della mancanza di contatto col feromone,ovvero con le messaggere. Che le api allevino o non allevino nuove regine ,dipende dall’equilibrio percentuale di nutrici inibite . Se questa quantità percentuale di api inibite è alta ,gli sforzi di allevamento delle nutrici non inibite saranno cancellati dalle azioni opposte delle più numerose nutrici inibite. Al contrario ,se saranno più numerose le nutrici non inibite , la maggioranza tenterà di allevare celle reali e i loro sforzi avranno la supremazia rispetto ai tentativi del minor numero di nutrici inibite di prevenire la sciamatura. Bisogna ovviamente considerare che fattori esterni come periodo dell’anno, disponibilità di risorse e tipo di gestione dell’alveare possono avere un effetto sulla circolazione del feromone e quindi influenzarne il livello di inibizione feromonale . Pertanto,partendo da questi elementi noti il Professore ha cominciato a farsi costruire da un matematico un modello quantitativo basato sulla diffusione dell’inibizione feromonale nelle famiglie. Le nutrici si possono considerare inibite dal feromone della regina sia per contatto diretto con la stessa che per contatto con le messaggere. Una minor quantità di feromone viene ad essere veicolata anche attraverso la cera dei favi. Il numero di nutrici inibite N. può essere matematicamente calcolato come funzione della popolazione totale di nutrici come da equazione: N, = (Kq,N t + K,,i]V,,Nt)/(Kqi + K,,,N,,, + kn,Nt). Il numero di messaggere necessario a mantenere l’ equilibrio (denominabile Arm ) , risulta essere di 17 per alveare con popolazione di nutrici maggiore di 1000 . E’ possibile calcolare di conseguenza che comuni nutrici possano andare a svolgere la mansione di messaggera al ritmo di una al minuto e esercitino tale mansione per 17 minuti. Nei primi 15 dopo aver lasciato la regina dalla quale hanno leccato il feromone ,avranno 54 contatti con altre api allo scopo di distribuire il feromone. Il modello matematico di inibizione feromonale da parte della regina conferma abbastanza bene ciò che avviene in natura e cioè una stretta relazione tra la quantità di popolazione di nutrici e la percentuale di esse che risultano inibite. Se e quando la popolazione di nutrici aumenta ai massimi noti ,viene ad esservi un numero sproporzionato di esse non inibite . Il modello matematico verifica e predice che sopra un determinato numero di api,successivi aumenti della popolazione inducano rapidamente lo squilibrio nella proporzione di api inibite a rappresentare la sciamatura. Questo modello generale corrisponde del tutto con quanto avviene in natura come elemento di riproduzione, ma non risulta sufficientemente preciso . Per migliorare l’affidabilità deve essere introdotto anche il concetto di densità delle api all’interno del nido. La densità delle api rende molto difficile il movimento delle api attraverso il nido e dal momento che le messaggere di feromone si devono muovere molto di più della regina o delle api che non ricoprono questo compito ,possono risultare parecchio limitate nel loro compito. In questo senso la quantità di contatti messaggere -nutrici risulterebbe ridursi . In linea generale risulta funzione della densità delle api. Al crescere della densità delle api , anche la velocità di trasferimento delle messaggere diminuisce . Tutto ciò indica che l’ equilibrio di nutrici inibite all’interno della famiglia può tramutarsi da larga maggioranza a piccola minoranza a seguito della crescita demografica della famiglia considerando che a questa crescita si ha per conseguenza associato un modificato comportamento di dispersione dei feromoni reali a causa dell’alta densità delle api. Se ne può dedurre che ,nel modello matematico, api mantenute in condizione di bassa densità non preparano la sciamatura. Nella pratica,il fatto che l’alveare sia una realtà geneticamente eterogenea crea differenze tra i membri dello stesso come soglia di risposta ai vari stimoli. Non è chiaro come le differenze genetiche tra le subfamiglie dell’alveare possano portare ad azioni conflittuali relativamente a scelta della nuova dimora in seguito a sciamatura ,regolazione termica del nido o scelta dei siti di bottinamento. Sembra vi possano essere differenze di opinione tra gruppi di sorelle piene . Sembra perciò che i fenomeni decisionali delle api risultino relazionati al flusso di informazioni a loro disponibili e alla relativa abilità di comprendere tali informazioni e in casi estremi diverse api possono fare esattamente l’opposto di altre,così mentre un ape costruisce una cella reale ,un’altra ne distrugge una nelle immediate vicinanze. L’ elemento essenziale di questo equilibrio dinamico sembra essere che le operaie si bilanciano in vari tipi di “ classi di opinioni” e per il raggiungimento di una decisione è necessaria una larga maggioranza di api che condividono gli stessi obiettivi di lavoro ( opinioni ) .La comprensione dei meccanismi decisionali comporta la comprensione dei fattori che determinano l’equilibrio di distribuzione delle operaie tra le varie “associazioni “ di azione .Lo studio lascia chiaramente intendere che uno degli aspetti fondamentali della sciamatura è la densità delle api all’interno dell’arnia. E’ allora chiaro che se non si vuole ricorrere in continuazione a “ salassi” di api giovani, sia che si utilizzi feromone sintetico o meno, vi sarà ampia possibilità di agire sulla densità delle api ,essendo questa funzione dello spazio a loro disponibile. Anche se storicamente in primavera l’apicoltore considera il freddo l’elemento principale da temere e monta il melario quando le api “imbiancano “, se si vuole evitare o ridurre la sciamatura sembra una gran bella idea fornire le api di melario ( senza escludi regina ) ai primi accenni di allevamento di fuco ,il quale allevamento dà già l’idea del crollo della disponibilità feromonale pro capite sotto la prima soglia di guardia , quella che promuove l’allevamento di chi dovrà fecondare la nuova regina e costituisce a tutti gli effetti la prima fase della sciamatura. La densità delle api potrà poi essere controllata con l’aggiunta di un secondo melario ,” tirando su”, se si vuole ,qualche favo di covata rigorosamente opercolata da sostituire con fogli cerei. Questo è il meglio che si può fare senza aiutarsi con feromoni sintetici.